TY - CHAP
T1 - Ricostruire una città, reinventare un'odonomastica
AU - Castiglione, Marina Calogera
PY - 2014
Y1 - 2014
N2 - La vicenda della ricostruzione di Gibellina, dopo il terremoto del 1968, è molto nota e ha costituito un caso di studio nazionale e internazionale. La new town che venne edificata con il nome di Gibellina Nuova, a venti chilometri dalla Vecchia, seguì criteri topografici profondamente diversi, idonei non soltanto a garantire la sicurezza dell’abitato, ma soprattutto a proporre un modello utopico di città. La ricostruzione fu anche il movente di un sisma odonomastico che ha ulteriormente disorientato gli abitanti superstiti. Spariti e non più riorganizzati i quartieri, crollate e non più ricostruite le chiese, gli antichi monumenti sostituiti da altri dai nomi estranei e non memorizzabili (ess.: La freccia indica l'ombra di una freccia; Da Oedipus Rex "Città di Tebe"; Aratro per Didone; ecc.).Il contributo si propone un confronto tra le modalità di definizione spaziale della vecchia e della nuova Gibellina, a partire da un’indagine sul campo e da interviste volte a recuperare quel deposito di memorie che giace fisicamente sotto il Cretto, ma percettivamente nella coscienza di ciascun gibellinese, persino di coloro i quali sono nati dopo l’evento traumatico.I materiali testimoniano un’interessante e indicativa assenza, ossia la mancanza di un attuale sistema odonomastico popolare che, di norma, viene utilizzato dalle comunità quando queste hanno piena identificazione con lo spazio in cui vivono.
AB - La vicenda della ricostruzione di Gibellina, dopo il terremoto del 1968, è molto nota e ha costituito un caso di studio nazionale e internazionale. La new town che venne edificata con il nome di Gibellina Nuova, a venti chilometri dalla Vecchia, seguì criteri topografici profondamente diversi, idonei non soltanto a garantire la sicurezza dell’abitato, ma soprattutto a proporre un modello utopico di città. La ricostruzione fu anche il movente di un sisma odonomastico che ha ulteriormente disorientato gli abitanti superstiti. Spariti e non più riorganizzati i quartieri, crollate e non più ricostruite le chiese, gli antichi monumenti sostituiti da altri dai nomi estranei e non memorizzabili (ess.: La freccia indica l'ombra di una freccia; Da Oedipus Rex "Città di Tebe"; Aratro per Didone; ecc.).Il contributo si propone un confronto tra le modalità di definizione spaziale della vecchia e della nuova Gibellina, a partire da un’indagine sul campo e da interviste volte a recuperare quel deposito di memorie che giace fisicamente sotto il Cretto, ma percettivamente nella coscienza di ciascun gibellinese, persino di coloro i quali sono nati dopo l’evento traumatico.I materiali testimoniano un’interessante e indicativa assenza, ossia la mancanza di un attuale sistema odonomastico popolare che, di norma, viene utilizzato dalle comunità quando queste hanno piena identificazione con lo spazio in cui vivono.
KW - Onomastica
KW - rappresentazione linguistica dello spazio antropico
KW - spazio urbano
KW - Onomastica
KW - rappresentazione linguistica dello spazio antropico
KW - spazio urbano
UR - http://hdl.handle.net/10447/104127
M3 - Chapter
SN - 9788898547050
SP - 849
EP - 864
BT - Visibile e invisibile: percepire la città tra descrizioni e omissioni
ER -