Abstract
Il ritorno della priorità urbana al centro dell’agenda europea costituisce l'occasione per ridefinire i profili di competitività, di sostenibilità e di coesione delle nazioni travolte dallo tsunami della crisi. Il fallimento dei protocolli finanziari dello sviluppo sollecita la necessità di “re-immaginare il capitalismo” non solo verso una dimensione più democratica che muti priorità, regole e valori, ma soprattutto verso una maggiore "territorializzazione", verso un ritorno a politiche di sviluppo fondate sui capitali territoriali, prime fra tutti le città. La popolazione mondiale, infatti, ha progressivamente modificato le sue scelte insediative, diventando sempre più urbana: siamo entrati nella Urban Age caratterizzata da città come centri pulsanti di un sistema globale, nodi di un’armatura di comunità che si riconosce sempre più nel vivere, nel fare e nell’appartenere urbano.La prevalenza insediativa della città ne aumenta la responsabilità, assegnandole sempre più il ruolo di growth machine, motore dell’evoluzione e del dinamismo delle comunità, innovatrice di stili di vita.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | L'architettura degli spazi del lavoro. Nuovi compiti e nuovi luoghi del progetto |
Pagine | 78-87 |
Numero di pagine | 10 |
Stato di pubblicazione | Published - 2012 |