Abstract
All’epoca della riforma del codice di procedura penale del 1989 era maturata nel dibattito scientifico l’esigenza di un parallelo ‘riordino’ dell’assetto istituzionale dell’ufficio del pubblico ministero: occorreva sagomare una disciplinadell’organo inquirente in linea con le sostanziali modifiche processuali che volgevano verso un giudizio dai caratteri tendenzialmente accusatori. L'Autrice si sofferma su alcuni punti focali. Anzitutto sul valore irrinunciabile dell’indipendenza del pubblico ministero; poi sula superfluità del processo quale criterio guida per l’esercizio e il controllo del ‘potere d’azione’. In seguito viene analizzato il principio di obbligatorietà in relazione al ‘potere d’inazione’, con un approccio critico alla prassi dell’archiviazione ‘diretta’ del pubblico ministero.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Studi in onore di Mario Pisani - Volume I Diritto Processuale Penale |
Pagine | 725-750 |
Numero di pagine | 26 |
Stato di pubblicazione | Published - 2010 |