Abstract
Il noto processo, denominato Trattativa Stato-Mafia, si è posto all’attenzione dei giuristi e degli storici per la peculiare configurazione delle condotte criminose in contestazione involgendo, oltre che il ritenuto carattere illecito della “Trattativa” e l’individuazione degli elementi costitutivi del reato, lo stesso orizzonte cronologico degli eventi e la loro ricostruzione. L’esistenza di patti compromissori tra “Cosa nostra” e lo Stato italiano aventi come protagonisti i vertici delle istituzioni, basati su di una reciprocità di scambi tali da condizionare negativamente il sistema democratico, si è rivelato tema di accertamento sfuggente e incerto. Il contributo mette in evidenza le fragilità dell'imputazione e dell’apparato probatorio volto a dimostrarla, la possibilità di contrasti fra i differenti giudicati e alimentano il rischio di duplicazioni degli accertamenti a carico del medesimo autore per gli stessi fatti in violazione del ne bis in idem.
Lingua originale | Italian |
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pagine (da-a) | 5-15 |
Numero di pagine | 11 |
Rivista | SISTEMA PENALE |
Volume | 2 |
Stato di pubblicazione | Published - 2020 |