Abstract
Il contributo riguarda uno dei passaggi più delicati e difficili che l’architetto contemporaneo è chiamato ad affrontare e risolvere nel progettare il restauro di un edificio storico quando non è più possibile restituirlo alla funzione originaria. La breve esposizione analizza tre esempi, abbastanza diversi tra loro, sia per epoca di appartenenza, che per approccio culturale: il Tepidarium delle Terme di Diocleziano, adattato da Michelangelo a basilica cristiana (1561-1564), la Gare d’Orsay, trasformata in Museo dopo il 1979 (ACT-Architecture e Gae Aulenti), e una chiesa sconsacrata nel comune di Aragona, presso Agrigento, adattata a Biblioteca nel 1983 circa. Da tali esempi si traggono numerosi spunti critici sulle problematiche concettuali e operative insite nel riuso degli edifici monumentali.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | La concezione dello spazio in architettura. Frequentazione didattica nella Valle dell'Oreto |
Pagine | 76-87 |
Stato di pubblicazione | Published - 2008 |