Abstract
Un attento riesame delle strutture superstiti del Tempio della Vittoria, costruito ad Himera dopo la vittoria del 480 a.C. contro i Cartaginesi e riportato alla luce da Pirro Marconi alla fine degli anni ’20 del secolo scorso, ha consentito di scoprire che la peristasi dell’edificio, almeno sui lati lunghi, era chiusa da setti murari, la cui realizzazione può ritenersi contestuale alla costruzione del tempio. Alla luce di questa scoperta l’edificio assume una nuova posizione nell’ambito dell’architettura dorica dell’Occidente, e si accosta a quel filone sperimentale che interviene sulla concezione tradizionale della peristasi, esemplificato da altri templi della generazione precedente, come il Tempio F di Selinunte. Resta senza risposta la domanda se tale caratteristica risalisse al progetto originario o se sia stata introdotta in corso d’opera; come è difficile stabilire se la chiusura degli intercolumni assolvesse ad una funzione pratica o meramente estetica.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Megalai Nesoi. Studi dedicati a Giovanni Rizza per il suo ottantesimo compleanno |
Pagine | 167-176 |
Stato di pubblicazione | Published - 2005 |