Abstract
Il regio patronato sulla chiesa siciliana, concesso in via definitiva dal papa nel 1621, consentì anche al re Filippo IV di gestire con molta libertà le presentazioni dei vescovi e degli abati dell’isola. Parenti del re, funzionari e servitori della Monarchia, cardinali della curia romana, erano spesso preferiti ai candidati siciliani, con frequenti violazioni del privilegio cosiddetto dell’alternativa (alternanza tra stranieri e siciliani nella collazione dei benefici ecclesiastici). Le controversie in materia, negli anni ’30 del ’600, si spostarono anche all’interno del Consiglio d’Italia, animando un interessante dibattito e contrapponendo le posizioni dei reggenti siciliani e napoletani a quelle dei reggenti spagnoli, senza tuttavia raggiungere alcuna soluzione concreta che ponesse un limite agli abusi di Madrid. La Chiesa siciliana restava la "Chiesa del re".
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | La Corte de Felipe IV (1621-1665): reconfiguración de la Monarquía católica. Tomo IV: Los Reinos y la política internacional, vol. 3, 2018 (Cortes virreinales y Gobernaciones italianas) |
Pagine | 1657-1720 |
Numero di pagine | 64 |
Stato di pubblicazione | Published - 2018 |