TY - CHAP
T1 - Introduzione a La Sicilia anni '50-'60 tra arretratezza e boom economico,introduzione a UNA SICILIA “SENZA”Gli atti del Convegnodi Palma di Montechiarodel 27-29 aprile 1960sulle condizioni di vita e di salutein zone arretrate della Sicilia occidentale,curati da Pasqualino Marchesee Romano Trizzinoa cura di Salvatore Costantinoe Aldo ZancaPrefazionedi Liborio Furco
AU - Costantino, Salvatore
PY - 2014
Y1 - 2014
N2 - Una modernizzazione “passiva” ha caratterizzato le politiche di sviluppo del nostropaese, una modernizzazione “senza”, per ricorrere al titolo del noto libro diAlberto Arbasino Un paese senza. Questa modernizzazione ha dominato il Mezzogiornocon la formazione di istituzioni politiche di tipo “estrattivo” che hannoconcentrato il potere nelle mani di oligarchie con un unico interesse: barcamenarsisulla strada della modernizzazione solo fino al punto in cui le utilità che nederivano rimangono loro esclusivo appannaggio.Di ben altra portata e qualità è la “modernizzazione attiva”, centrata su processiidentitari nei quali le collettività si riconoscono identificandosi in una determinatacultura, in progetti, interessi e valori. Processi di modernizzazione di questotipo cercavano di portare avanti quanti promossero ed organizzarono col“Centro studi e iniziative per la piena occupazione” fondato da Danilo Dolci, ilconvegno di Palma di Montechiaro nel 1960. Erano gli anni del boom economico,di progetti mancati e di speranze deluse, delle grandi aspettative. Nel suo interventoal convegno, Giorgio Napolitano, allora dirigente del Pci, disse che “la politicadi incentivi ha portato alla creazione soltanto di alcune isole, alla creazionedi un certo numero di industrie ad alta intensità di capitale e con uno scarso numerodi lavoratori che vi hanno trovato l’occupazione e senza che questo svilupposi sia diffuso, senza che i benefici dell’industrializzazione si siano diffusi”. Eaggiunse: “sta per avviarsi uno sviluppo industriale, in cui sono sorte delle grandiindustrie moderne che si pongono all’avanguardia della tecnica, ma da questosviluppo industriale non è derivato nessun miglioramento delle condizioni di vitadelle popolazioni delle zone circostanti”. A distanza di oltre cinquant’anni quellarealtà non esiste più, ma la Sicilia e il Meridione si trovano ancora, per non pochiaspetti, allo stesso livello di certi paesi arretrati, entrati da poco a far parte dell’UnioneEuropea e collocati a grande distanza dai paesi avanzati. Il sud d’Italiacontinua ad appartenere al sud dell’Europa e del mondo.
AB - Una modernizzazione “passiva” ha caratterizzato le politiche di sviluppo del nostropaese, una modernizzazione “senza”, per ricorrere al titolo del noto libro diAlberto Arbasino Un paese senza. Questa modernizzazione ha dominato il Mezzogiornocon la formazione di istituzioni politiche di tipo “estrattivo” che hannoconcentrato il potere nelle mani di oligarchie con un unico interesse: barcamenarsisulla strada della modernizzazione solo fino al punto in cui le utilità che nederivano rimangono loro esclusivo appannaggio.Di ben altra portata e qualità è la “modernizzazione attiva”, centrata su processiidentitari nei quali le collettività si riconoscono identificandosi in una determinatacultura, in progetti, interessi e valori. Processi di modernizzazione di questotipo cercavano di portare avanti quanti promossero ed organizzarono col“Centro studi e iniziative per la piena occupazione” fondato da Danilo Dolci, ilconvegno di Palma di Montechiaro nel 1960. Erano gli anni del boom economico,di progetti mancati e di speranze deluse, delle grandi aspettative. Nel suo interventoal convegno, Giorgio Napolitano, allora dirigente del Pci, disse che “la politicadi incentivi ha portato alla creazione soltanto di alcune isole, alla creazionedi un certo numero di industrie ad alta intensità di capitale e con uno scarso numerodi lavoratori che vi hanno trovato l’occupazione e senza che questo svilupposi sia diffuso, senza che i benefici dell’industrializzazione si siano diffusi”. Eaggiunse: “sta per avviarsi uno sviluppo industriale, in cui sono sorte delle grandiindustrie moderne che si pongono all’avanguardia della tecnica, ma da questosviluppo industriale non è derivato nessun miglioramento delle condizioni di vitadelle popolazioni delle zone circostanti”. A distanza di oltre cinquant’anni quellarealtà non esiste più, ma la Sicilia e il Meridione si trovano ancora, per non pochiaspetti, allo stesso livello di certi paesi arretrati, entrati da poco a far parte dell’UnioneEuropea e collocati a grande distanza dai paesi avanzati. Il sud d’Italiacontinua ad appartenere al sud dell’Europa e del mondo.
UR - http://hdl.handle.net/10447/104030
M3 - Chapter
SN - 9788891707673
T3 - Comunicazione,Istituzioni, Mutamento sociale
SP - 13
EP - 172
BT - Introduzione a La Sicilia anni '50-'60 tra arretratezza e boom economico,introduzione a UNA SICILIA “SENZA”
Gli atti del Convegno
di Palma di Montechiaro
del 27-29 aprile 1960
sulle condizioni di vita e di salute
in zone arretrate della Sicilia occidentale,
curati da Pasqualino Marchese
e Romano Trizzino
a cura di Salvatore Costantino
e Aldo Zanca
Prefazione
di Liborio Furco
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