TY - CHAP
T1 - Il rinnovamento urbano pre-unitario. Tipi edilizi e specificità nell'edilizia ospedaliera a Palermo
AU - Fatta, Giovanni
AU - Campisi, Tiziana
PY - 2012
Y1 - 2012
N2 - SOMMARIOAnche a Palermo, così come nelle altre città italiane, i decenni successivi all'Unità sono connotatida una forte esigenza di rinnovamento urbano, sia per la tragica sequenza di epidemie di colera edi tubercolosi favorite dai quartieri malsani e dalle precarietà abitative e sanitarie, sia per lanaturale competizione ed emulazione tra i maggiori centri della nuova Nazione. Una cospicuaquantità di risorse economiche, scientifiche ed intellettuali, venne destinata per nuove attrezzaturesociali utili all’igiene collettiva (bagni, lavatoi pubblici), ma ancor più per strutture sanitariespecializzate nelle cura di malattie a carattere sociale, nelle quali si sperimentavano e mettevano apunto tecniche costruttive “moderne” volte a garantire gli aspetti di igienicità che la più recentericerca riconosceva come necessari per gli ambienti confinati.Il fermento documentato dalla circolazione di progetti, brevetti e nuovi ritrovati dell’industria,nonché dal dibattito che animava le grandi Esposizioni e le specifiche sezioni di igiene (Parigi,Torino, Napoli …), consentì agli ingegneri palermitani di cimentarsi in progetti ambiziosi, talvoltanella costruzione di opere a carattere sociale alquanto innovative ed aggiornate, dai lazzaretti edispensari, a sanatori ed altre strutture specialistiche con funzioni essenzialmente di accertamentodiagnostico, di profilassi, terapia ed educazione igienica.Se per specifiche cure si ricercavano luoghi esterni alla città a particolare valenza climatica, dovela libertà progettuale poteva esprimersi compiutamente, le esigenze di economia suggerivano diallocare piccoli ospedali e strutture a prevalente funzione didattica nelle aree interne resesi libere aseguito degli sventramenti e riassetti urbanistici, così come in preesistenze, anche a caratteremonumentale, da adeguare alla nuova funzione sanitaria, anche con ampliamenti e stravolgimenti(strutture conventuali, vecchi plessi ospedalieri, tratti superstiti della antica cinta muraria ….).Ne deriva un momento di ricchezza progettuale legato sia alle frequenti sperimentazioni, sia allenecessità e capacità di adattamento di ”tipi” e modelli consolidati in ambito nazionale esopranazionale, anche in relazione alle specificità locali quanto a clima, capacità e svilupposcientifici, disponibilità finanziarie e allocative.
AB - SOMMARIOAnche a Palermo, così come nelle altre città italiane, i decenni successivi all'Unità sono connotatida una forte esigenza di rinnovamento urbano, sia per la tragica sequenza di epidemie di colera edi tubercolosi favorite dai quartieri malsani e dalle precarietà abitative e sanitarie, sia per lanaturale competizione ed emulazione tra i maggiori centri della nuova Nazione. Una cospicuaquantità di risorse economiche, scientifiche ed intellettuali, venne destinata per nuove attrezzaturesociali utili all’igiene collettiva (bagni, lavatoi pubblici), ma ancor più per strutture sanitariespecializzate nelle cura di malattie a carattere sociale, nelle quali si sperimentavano e mettevano apunto tecniche costruttive “moderne” volte a garantire gli aspetti di igienicità che la più recentericerca riconosceva come necessari per gli ambienti confinati.Il fermento documentato dalla circolazione di progetti, brevetti e nuovi ritrovati dell’industria,nonché dal dibattito che animava le grandi Esposizioni e le specifiche sezioni di igiene (Parigi,Torino, Napoli …), consentì agli ingegneri palermitani di cimentarsi in progetti ambiziosi, talvoltanella costruzione di opere a carattere sociale alquanto innovative ed aggiornate, dai lazzaretti edispensari, a sanatori ed altre strutture specialistiche con funzioni essenzialmente di accertamentodiagnostico, di profilassi, terapia ed educazione igienica.Se per specifiche cure si ricercavano luoghi esterni alla città a particolare valenza climatica, dovela libertà progettuale poteva esprimersi compiutamente, le esigenze di economia suggerivano diallocare piccoli ospedali e strutture a prevalente funzione didattica nelle aree interne resesi libere aseguito degli sventramenti e riassetti urbanistici, così come in preesistenze, anche a caratteremonumentale, da adeguare alla nuova funzione sanitaria, anche con ampliamenti e stravolgimenti(strutture conventuali, vecchi plessi ospedalieri, tratti superstiti della antica cinta muraria ….).Ne deriva un momento di ricchezza progettuale legato sia alle frequenti sperimentazioni, sia allenecessità e capacità di adattamento di ”tipi” e modelli consolidati in ambito nazionale esopranazionale, anche in relazione alle specificità locali quanto a clima, capacità e svilupposcientifici, disponibilità finanziarie e allocative.
KW - Palermo
KW - edilizia ospedaliera
KW - secolo XIX
KW - Palermo
KW - edilizia ospedaliera
KW - secolo XIX
UR - http://hdl.handle.net/10447/65566
M3 - Chapter
SN - 978-88-87479-48-5
SP - 741
EP - 752
BT - Storia dell'Ingegneria. Atti del 4° Convegno Nazionale
ER -