Estensione e ciclicità di accumuli debritici tardo-pleistocenici nei bacinidi Sibari e Corigliano (Mar Ionio): implicazioni per la tettonica recente ed attiva.

Risultato della ricerca: Otherpeer review

Abstract

Corpi sedimentari caratterizzati da facies sismica “trasparente” di notevole spessore (sino a 35 m) sonostati documentati in più livelli della copertura tardo-pleistocenica della Piana Abissale del Mar Ionio edinterpretati come megatorbiditi innescate da megatsunami. Il più recente di questi corpi è stato posto daAutori vari, in relazione ai collassi vulcanici del Santorini o dell’Etna o al sisma distruttivo di Creta del 365d.C. [Polonia et al., 2013].Corpi “trasparenti” di notevole spessore (15-30 m) e estensione (> di 100 km2), sono stati segnalati anchenel Mar Ionio nord-occidentale e interpretati come accumuli debritici tardo-pleistocenici-olocenici,presumibilmente sismoindotti [Rebesco et al., 2009].La presenza di depositi debritici in un’area interessata negli ultimi decenni da bassa sismicità macaratterizzata da strutture attive e potenzialmente sismogenetiche, come suggerito da recenti ricerche (M~6,[Ferranti et al., pag. 110 di questo volume], ha posto le basi per un’analisi più approfondita dei caratteri deglieventi debritici segnalati e dei meccanismi di innesco. A tal fine sono stati utilizzati dati Multibeam e sismiciad alta (Sparker, 1kj) ed altissima (Chirp) risoluzione, registrati nell’ambito del Progetto “Teatioca-2010”(R/V Urania; IAMC di Napoli, Università di Napoli, Palermo e Trieste e INGV di Roma).Nel Canale Rossano-Cariati i profili sismici mostrano, coperto da una sottile (7-10 m max.) coltre, uncorpo acusticamente trasparente, molto esteso (100 km2; lunghezza 25 km, larghezza 5 km), e di notevolespessore (40 m max.). La presenza di corpi con analoghi caratteri sismo-stratigrafici è confermata anchenelle aree bacinali limitrofe, separate tra loro da scarpate e alti morfologici con evidenze di movimentazionidi massa recenti e in atto. La stessa collocazione crono-stratigrafica degli ultimi depositi “debritici” nei varisettori dell’area suggerisce, come per il Mar Ionio meridionale, un meccanismo di innesco comune e a scalaregionale.Le sezioni sparker evidenziano, per la porzione più recente della successione Pleistocenica, altri corpi“trasparenti”, sovrapposti in più livelli (almeno 3) e associati a strutture di fluidificazione ed estrusioneinterpretabili come sismiti. La ciclicità e la scala regionale degli eventi debritici analizzati (corpi trasparenti)nonché la successiva fluidificazione ed estrusione suggerirebbe un loro innesco da shaking sismico,compatibile con l’attività recente del sistema transpressivo dell’Amendolara.BibliografiaPolonia, A., Bonatti, E., Camerlenghi, A., Lucchi, G.L., Panieri, G. Gasperini, L., (2013). Mediterraneanmegaturbidite triggered by the AD 365 Crete earthquake and tsunami. Scientific Reports, 3, 1285,doi:10.1038/srep01285.Rebesco, M., Neagu, R.C., Cuppari, A., Muto, F., Accettella, D., Dominici, R., Cova, A., Romano, C.,Caburlotto, A., (1999). Morphobathimetric analysis and evidence of submarine mass movements in thewestern Gulf of Taranto (Calabria margin, Ionian Sea). Inter. Jou. of Earth Sci., 98, 791-805.
Lingua originaleItalian
Numero di pagine1
Stato di pubblicazionePublished - 2013

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