Abstract
Il tema dello spazio pubblico è ormai da anni al centro del dibattito non solo disciplinare. La loro realizzazione, masoprattutto la loro gestione, risulta complessa e spesso bloccata negli ingranaggi burocratici e di competenze checaratterizzano, ormai, la maggior parte delle amministrazioni. Costruire politiche innovative che avviino processivirtuosi mirati alla realizzazione condivisa di spazi pubblici può essere una possibile “cura” a questo male. Leriflessioni qui presentate su questa possibile nuova declinazione del progetto dello spazio pubblico, partendo da unateoria, si sviluppano grazie a un’esperienza concreta cui i due autori hanno preso parte.Nel 2015 il Comune di Palermo inaugura un “Laboratorio Palermo città educativa”, con l’obiettivo di svilupparepolitiche per l’infanzia e l’adolescenza mirate, tra l’altro, alla riscoperta del legame identitario con il territorio.L’occasione ha permesso di provare a trasformare una teoria in una pratica, avviando un processo, ancora in itinere,che si sta dimostrando virtuoso. In particolare si è lanciata l’ipotesi di individuare alcune aree verdi, comunali e instato di abbandono o di degrado per riappropriarsene in nome delle comunità di quartiere, mirando a trasformarle inorti o giardini urbani nei quali organizzare attività educative rivolte a tutte le età, attraverso un processo partecipativofaticoso ma che ha mostrato i primi segni di consapevolezza. La sfida è quella di avviare il processo e, non senza uncontinuo monitoraggio anche su possibili criticità, farlo diventare prassi operativa.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | URBANISTICA E/È AZIONE PUBBLICA. LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPOSTA |
Pagine | 1508-1515 |
Numero di pagine | 8 |
Stato di pubblicazione | Published - 2017 |