Abstract
La tesi sviluppata in quest’articolo è che esista un legame tra l’atto di parola e un atto per così dire morale. Questo legame troverebbe un fondamento nell’accezione specifica di moralità che si lega alla contemplazione dell’arte. Ciò che rende specifica la fruizione estetica è, come dice Emilio Garroni, quell’interesse disinteressato che non ha di mira la strumentalizzazione dell’oggetto osservato. È possibile individuare un’analogia tra questo tipo di “appropriazione” del mondo per mezzo dei sensi e quello messo in atto dal linguaggio in ogni comune atto linguistico?
Lingua originale | Italian |
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pagine (da-a) | 283-290 |
Numero di pagine | 8 |
Rivista | Bollettino Filosofico |
Volume | XXIV Linguaggio ed emozioni |
Stato di pubblicazione | Published - 2009 |