TY - JOUR
T1 - Back (and forth) to the future. E.Journal [on line], 9(9), 185-193.
AU - Sciortino, Laura
PY - 2012
Y1 - 2012
N2 - Progetti di città del futuro nel passato e ipotesi di possibilità di vita su Marte. Si fa cenno alle due principali emergenze naturali di Marte, il Mons Olympus e le Valles Marineris. Nella trattazione, a proposito delle questioni connesse con la eventuale terraformazionedel pianeta, l’autrice introduce la necessità di considerare tali emergenze quali elementi da sottoporre a salvaguardia. È chiaro che un processo di terraformazione, per quanto arduo, una volta che superasse le difficoltà maggiori, che sono quelle dell’avvio, del primo mantenimento e della complessiva indirizzabilità, non potrebbe evitare di coinvolgere questi e altri siti che, tuttavia, già adesso e nella prospettiva di un pianeta passibile di terraformazione, potrebbero o dovrebbero essere considerati come delle specie di santuari. La questione, pur non essendo attuale, non è comunque peregrina, e ha un fondo in cui l’etica e alcune più semplici ragioni di salvaguardia ai fini della conoscenza scientifica, certamente si trovano fin d’ora a convergere, essendosi già riconosciuta la necessità di proteggere dalla contaminazione biologica terrestre i corpi celesti fin adesso toccati da manufatti umani, e allo stesso tempo quella di proteggere la Terra dai materiali estranei riportati dalla Luna. Riconosciuta tale necessità, e d’altra parte considerata la pervasività di un processo di terraformazione, la questione, in atto, non può andar molto oltre la semplice sua enunciazione. Tuttavia, pur non essendo la questione adeguatamente trattabile al momento, non si può non porre in termini più praticabili una sorta di suo corollario –o, forse, di precedente: vale a dire la necessità di cominciare a formare un elenco di siti, almeno tra quelli fin adesso documentati sulla Luna e su Marte, da costituire dopo uno screening adeguato e sulla base di protocolli ancora tutti da discutere e da individuare –nel quale figurino quelli che, con termine anglosassone, potrebbero definirsi degli sceneries, oambienti extraterrestri rilevanti per la qualità estetica posseduta; e ancora dei siti di interesse storico-culturale, per esempio quelli che serbano le tracce delle prime esplorazioni umane, automatiche o con missioni umane.
AB - Progetti di città del futuro nel passato e ipotesi di possibilità di vita su Marte. Si fa cenno alle due principali emergenze naturali di Marte, il Mons Olympus e le Valles Marineris. Nella trattazione, a proposito delle questioni connesse con la eventuale terraformazionedel pianeta, l’autrice introduce la necessità di considerare tali emergenze quali elementi da sottoporre a salvaguardia. È chiaro che un processo di terraformazione, per quanto arduo, una volta che superasse le difficoltà maggiori, che sono quelle dell’avvio, del primo mantenimento e della complessiva indirizzabilità, non potrebbe evitare di coinvolgere questi e altri siti che, tuttavia, già adesso e nella prospettiva di un pianeta passibile di terraformazione, potrebbero o dovrebbero essere considerati come delle specie di santuari. La questione, pur non essendo attuale, non è comunque peregrina, e ha un fondo in cui l’etica e alcune più semplici ragioni di salvaguardia ai fini della conoscenza scientifica, certamente si trovano fin d’ora a convergere, essendosi già riconosciuta la necessità di proteggere dalla contaminazione biologica terrestre i corpi celesti fin adesso toccati da manufatti umani, e allo stesso tempo quella di proteggere la Terra dai materiali estranei riportati dalla Luna. Riconosciuta tale necessità, e d’altra parte considerata la pervasività di un processo di terraformazione, la questione, in atto, non può andar molto oltre la semplice sua enunciazione. Tuttavia, pur non essendo la questione adeguatamente trattabile al momento, non si può non porre in termini più praticabili una sorta di suo corollario –o, forse, di precedente: vale a dire la necessità di cominciare a formare un elenco di siti, almeno tra quelli fin adesso documentati sulla Luna e su Marte, da costituire dopo uno screening adeguato e sulla base di protocolli ancora tutti da discutere e da individuare –nel quale figurino quelli che, con termine anglosassone, potrebbero definirsi degli sceneries, oambienti extraterrestri rilevanti per la qualità estetica posseduta; e ancora dei siti di interesse storico-culturale, per esempio quelli che serbano le tracce delle prime esplorazioni umane, automatiche o con missioni umane.
UR - http://hdl.handle.net/10447/104644
UR - http://www.uam-productions.it/flip/09/
M3 - Article
SN - 2282-2674
VL - 9
SP - 185
EP - 193
JO - E.JOURNAL
JF - E.JOURNAL
ER -