Abstract
Il testo, esito della ricerca finanziata dall'Ateneo di Palermo, ha mirato a precisare e circostanziare le modalità con cui si modificò la produzione di mobilia artistica a Palermo a cavallo dell'abolizione delle maestranze, e segnatamente di quella dei falegnami. Essa è dunque il prosieguo dello studio intrapreso in precedenza sulla fondazione e organizzazione della maestranza citata. Qui si è cercato di mettere in evidenza come le singole specializzazioni, allora individuate, potessero evolversi rispetto alle rinnovate esigenze della committenza e conseguentemente di quelle commerciali. Si è verificata così la persistenza della precisa permanenza della specialità nei primi decenni dell'800 con un ruolo preminente per coloro che si erano formati come “scrittoriari” e per gli intagliatori. L'avanzare del nuovo gusto Impero con l'uso del mogano prende corpo anche a Palermo così come la formazione delle prime botteghe-negozi di arredi. Lo studio ha provato anche ad individuare un numero consistente di mobilieri i cui nomi erano stati per la maggior parte del tutto dimenticati attraverso la consultazione e il confronto di fonti originali e la ricerca d'archivio. Dunque le direttrici del testo hanno messo in luce nomi, inediti disegni progettuali per mobili della prima metà dell'800, e le linee produttive di tendenza in un campo che ad oggi in Sicilia è ancora poco esplorato.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | Abitare l'Arte in Sicilia. Esperienze in Età Moderna e Contemporanea |
Pagine | 61-82 |
Numero di pagine | 22 |
Stato di pubblicazione | Published - 2012 |