Aristotele e Dante, filosofi della variabilità linguistica

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Abstract

Diversamente da quanto si legge in letteratura, Aristotele fu un filosofo che ha messo a fuoco le cause naturali della variabilità, nel tempo e nello spazio, delle lingue verbali. Dante, pur non conoscendo la lingua greca e potendo accedere alle opere aristoteliche tramite le traduzioni latine, teorizza il linguaggio in sintonia con questo aspetto della filosofia aristotelica. Nel saggio si mette in luce la somiglianza tra la locutio vulgaris teorizzata nel De vulgari eloquentia e la nozione di dialektos descritta da Aristotele nelle opere biologiche. Vengono anche esaminate le ragioni aristoteliche del motivo per cui secondo Dante gli angeli non hanno bisogno di locutio vulgaris e quindi non parlano.
Lingua originaleItalian
Titolo della pubblicazione ospiteDante’s Plurilingualism. Authority, Knowledge, Subjectivity
Pagine83-96
Numero di pagine14
Stato di pubblicazionePublished - 2010

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