Abstract
La casa può essere considerata la metafora del progetto migratorio: l'abitare dei migranti può fornire indicazioni preziose sullo stato dei processi di radicamento e di integrazione.Se è vero che la precarietà e il disagio abitativo caratterizzano almeno una fase dell'esperienza di inserimento dei migranti nel nostro tessuto sociale, nel perdurare della presenza diventa indispensabile l'analisi della relazione tra precarietà lavorativa e disagio abitativo e le loro reciproche interdipendenze, per osservare le ricadute su dimensioni quali la realizzazione personale, familiare e sociale. Avere una casa idonea apre al migrante un mondo di opportunità: l'accesso ai servizi, la possibilità di una stabilizzazione, l'ottenimento del permesso di soggiorno e del ricongiungimento familiare. A partire dall'analisi dei protocolli di intervista condotti nell'ambito della ricerca su "Migranti tra flessibilità e possibilità", si è voluto approfondire in questo articolo l'aspetto specifico delle forme dell'abitare e delle loro implicazioni sul passaggio alla "seconda fase" dell'immigrazione, sulle dinamiche di inserimento nel mercato del lavoro, sulle scelte di stabilizzazione in un territorio e sui percorsi di radicamento in un quartiere o in una comunità.
Lingua originale | Italian |
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Titolo della pubblicazione ospite | MIGRANTI TRA FLESSIBILITA E POSSIBILITA |
Pagine | 220-242 |
Numero di pagine | 270 |
Stato di pubblicazione | Published - 2008 |