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La vulnerabilità sociale è il fenomeno originato dalla nascita di nuovi rischi sociali connessi all’indebolimento dei legami sociali e familiari, degli orientamenti valoriali, alla precarizzazione del mercato del lavoro, all’inadeguatezza delle tradizionali misure di protezione sociale e del sistema di welfare, comportando l’estensione delle “fragilità sociali”.
Nel corso degli anni, il rischio si è quindi progressivamente diffuso dall’estremo della stratificazione sociale diventando un fenomeno che riguarda anche gli strati intermedi, quotidianità anche per i lavoratori stabili e dipendenti oltre che per quelli poco qualificati, e contemporaneamente investendo ampi settori del ceto medio. L’insicurezza è diventata un dato «strutturale»: non si può affrontare la vita normale (procurarsi un reddito, cercare un lavoro, fare dei figli, sposarsi, acquistare una abitazione) senza esporsi a dei rischi. Si assiste quindi alla cronicizzazione e alla “familizzazione” dell’incertezza che rendono vulnerabile un’ampia fascia di popolazione per periodi prolungati di tempo.
In uno stato sociale che per una sorta di effetto di inerzia protegge troppo intensamente la vecchiaia e troppo poco i nuovi rischi connessi ad altre fasi del ciclo di vita i giovani italiani mostrano un elevato grado di disagio che si concretizza nella posposizione della transizione allo stato adulto: rimangono più a lungo nella famiglia d’origine e rinviano ad età più avanzate la creazione di una propria vita indipendente.
In questo scenario, il principale obiettivo di questa ricerca è quello di indagare le ragioni della vulnerabilità dei giovani italiani, anche nel confronto con i giovani degli altri Paesi europei di area mediterranea, per comprendere come il rallentamento nei tempi di entrata nella vita adulta si concretizzi nel continuo slittamento delle tappe della vita (innalzamento dell’età di uscita dalla famiglia d’origine, dell’età al matrimonio e di quella al primo figlio, del conseguimento del titolo di studio e del primo inserimento nel mercato del lavoro). Per far ciò saranno utilizzati i dati della Generation and Gender Survey (GGS), un’indagine campionaria longitudinale e transnazionale che ha lo scopo di studiare quei fattori che influenzano la formazione della famiglia, l’aver figli e i rapporti tra generazioni, con ampio dettaglio sulle variabili di contesto meso e macro. Attraverso tale indagine si intende ricostruire il periodo giovanile verificando, con tecniche di analisi delle storie di vita (event history analysis) , se e quali sono le fasi più delicate nella transizione allo stato adulto e come agiscano sullo svilupparsi della vita adulta e della piena partecipazione sociale.
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Nel presente lavoro ci proponiamo di studiare la situazione di vulnerabilità dei giovani con particolare riferimento al progressivo rallentamento nei tempi di entrata nella vita adulta (Billari 2000), tipico del modello demografico “mediterraneo” in cui bassissimi livelli di fecondità si uniscono ad un continuo slittamento delle tappe della vita (innalzamento dell’età di uscita dalla famiglia d’origine, dell’età al matrimonio e di quella al primo figlio). L’intero processo di transizione allo stato adulto viene rinviato: non sono soltanto i fenomeni tipicamente demografici (matrimonio/convivenza e procreazione) ad essere ritardati, ma anche e in primo luogo gli eventi che costituiscono la pre-condizione per la costruzione di un nucleo familiare, ossia l’uscita dal sistema di istruzione e l’inserimento nel mercato del lavoro.
In questa ottica ci proponiamo di studiare la condizione giovanile nel mercato del lavoro (sia in termini di quantità che di qualità dell’occupazione), nell’istruzione (sia in termini di risultati che di tempi necessari per conseguirli), nell’uscita dalla famiglia d’origine e nella formazione della famiglia per capire quali siano le difficoltà che il giovane incontra nella transizione allo stato adulto e individuare quei fattori di rischio che lo rendono vulnerabile. Si intende concentrare l’analisi della vulnerabilità sui giovani mediterranei in quanto questa, più di altre fasce d’età, sembra subire fortemente i cambiamenti in atto.
Lo stato sociale italiano protegge oggi troppo poco i nuovi rischi connessi ad alcune fasi del ciclo di vita: il lavoro precario, i carichi familiari, l’esclusione sociale, l’indisponibilità di adeguate opportunità formative lungo l’arco della vita, l’obsolescenza delle competenze professionali sono rischi che non trovano oggi adeguata protezione, mentre la vecchiaia è iper-protetta, spesso a prescindere dall’effettivo stato di bisogno.
L’analisi del vulnerabilità dei giovani sarà condotta in Italia e in altri Paesi europei dell’area mediterranea che presentano sistemi di welfare comparabili. Per comprendere la situazione di vulnerabilità sempre più diffusa tra i giovani, sembra sempre più necessario l’analisi approfondita delle ragioni che provocano tale disagio per evitare che gli squilibri che il giovane incontra nel mercato del lavoro, nella famiglia, nella società continuino a manifestarsi attraverso un ritardo nella transizione allo stato adulto. Si intende quindi stabilire un profilo della vulnerabilità dei giovani cercando di individuare quali sono i soggetti vulnerabili e quali le loro caratteristiche socio-demografiche ed economiche.
I dati di base per tale studio sono tratti dalla Generation and Gender Survey (GGS). L’indagine consente di studiare quei fattori che influenzano la formazione della famiglia e i rapporti tra generazioni; è concepita come un’indagine comparativo-transnazionale, pluridisciplinare e longitudinale, utile per analizzare i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo nei diversi Paesi. La GGS si caratterizza inoltre per essere un’indagine retrospettiva che prende in considerazione i diversi contesti (micro-meso-macro) in cui si manifestano i comportamenti sociali.
Per spiegare la vulnerabilità socio-demografica dei giovani si intende utilizzare l’analisi delle biografie o delle storie di vita (event history analysis), che consentirà di ricostruire il periodo giovanile, identificando le eventuali fasi critiche nella transizione allo stato adulto e come caratterizzano le scelte di vita e i loro tempi. L’Event History analysis trova una sua applicazione privilegiata in quegli ambiti delle scienze sociali in cui gli eventi possono essere ripetibili e l’oggetto di interesse è l’evento visto nell’ambito della storia di vita dell’individuo.
Con le tecniche di analisi dei corsi di vita (Billari 2000; Blossfeld e Rohwer, 1995) il tempo viene q
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/07 → … |
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