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Sintesi del programma di ricerca
L’obiettivo è elaborare un’antropologia pedagogica della persona come essere familiare.
Questa idea viene intesa tanto come il primo esistenziale, tratto caratterizzante la condizione umana nella storia; quanto come fondamentale categoria pedagogica, termine di un lavoro educativo, teorico e pratico, che consenta di vivere e intendere la famiglia come autentica comunità spirituale.
La persona perviene alla coscienza e all’esistenza di un essere familiare, se sceglie di essere definito, nella sua identità costitutiva, dalle dimensioni della sponsalità, paternità/maternità, filialità, fratellanza. Sono dimensioni che hanno sempre una connotazione storica, si esprimono in linguaggio determinato e configurano un particolare modo di esistere; così è del resto della comunità familiare, nelle diverse società e nei diversi momenti storici.
Un lavoro educativo, inteso come aiuto portato alla persona perché scelga di dimorare nella dimensione dell’esistenza autentica, permette di cogliere la sponsalità, la genitorialità, la filialità e la fratellanza come possibilità aperte: dimensioni di un autentico poter essere e modo di abitare umanamente il mondo.
L’orizzonte è quello di una pedagogia fondamentale che intende il processo educativo come processo empatico: stile educativo autorevole dell’educatore e qualità speciale acquisita dall’educando che, divenendo empatico nei confronti di sé, conquista un “insight pedagogico ed etico migliorativo”. E’ l’interiorità personale oggettiva e coincide con l’avvenimento di una persona consapevole di sé e libera.
La famiglia, segnata da questo stile educativo, può diventare una “microcomunità empatica”, un luogo in cui ogni suo membro ha l’opportunità di pervenire alla sua identità costitutiva.
La mancanza di questo stile e di questa comunità segna durevolmente la persona. Molti disagi e gli stessi disturbi della personalità sono da ricondurre a un deficit nell’area dell’accudimento empatico e della formazione di un buon dialogo interiore e del “retto sentire”. Sono pertanto da ricondurre alla matrice educativa: alla mancanza di relazioni educative autentiche nella famiglia o a stili educativi distorti o inadeguati; sono delle vere e proprie “ferite pedagogiche”.
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1 Obiettivi
Il primo obiettivo è l’elaborazione un’antropologia pedagogica della persona come “essere-familiare”. E’ una prospettiva che vede e intende la famiglia come realtà “conveniente” con la natura propria della persona, definita da un’ampia, plurale rete di rapporti che toccano e comprendono sempre il suo essere stesso.
Sono le relazioni che ogni persona può vivere in famiglia, quando questa si pone come “società naturale”, ma anche come autentica comunità spirituale.
Perché questo avvenga è essenziale un lavoro educativo ben concepito e svolto adeguatamente che aiuti la persona a riconcepirsi: a ripensare la propria identità a partire dai legami affettivi sempre già dati e insieme elettivi.
La famiglia diviene pertanto un esistenziale, intendendo l’essere stesso dell’esistenza personale; e, in ragione del lavoro educativo specifico che è necessario, essa diviene categoria pedagogica in senso eminente.
2 Metodologie
Il metodo proprio e adeguato di tale antropologia pedagogica è quello fenomenologico ed ermeneutico; essa è infatti scienza teoretica e insieme pratica e poietico-pratica.
L’istituzione dell’essere familiare come esistenziale e categoria pedagogica per eccellenza implicherà le analisi, svolte secondo questo stile di razionalità, del senso della sponsalità, della paternità/maternità, della filialità, della fratellanza.
Il punto di partenza è sempre costituito dall’esperienza e dalle indagini psico-sociali condotte su di essa.
Il primo livello della riflessione è quello delle scienze umane applicate allo studio dell’”oggetto”: la psicologia dei legami familiari e la sociologia della famiglia; ma anche l’antropologia culturale, la semiologia e la storia delle comunità familiari e delle relazioni intra-familiari.
Il livello ulteriore della riflessione è invero quello specifico dell’antropologia pedagogica: svolta come “dialettica” (in senso ermeneutico) della riflessione di prima istanza e come “istituzione” (in senso fenomenologico) delle categorie pedagogiche.
Un verifica quasi necessaria dell’antropologia pedagogica sarà costituita dalle ricerche di psicopedagogia del disagio (giovanile, ma anche degli adulti). Questo è molto spesso connesso a carenze educative o a metodologie inadeguate, che generano delle vere e proprie “ferite pedagogiche”: disturbi del soggetto riconducibili proprio al livello in cui si forma la sua identità.
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/04 → … |
Fingerprint
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