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I pazienti ricoverati in unità di terapia intensiva (UTI) hanno un rischio di contrarre una o più infezioni correlate all’assistenza (ICA) da 5 a 10 volte superiore rispetto ai pazienti ricoverati in altri reparti ospedalieri, sia per fattori di rischio intrinseci (ad esempio immunodepressione), che estrinseci (ad esempio per esposizione a procedure invasive). Le UTI, infatti, spesso rappresentano l’epicentro di problemi legati a infezioni emergenti nell’ospedale.
Le infezioni polmonari sono le più frequenti e da sole rappresentano il 64% circa di tutte le infezioni in UTI, seguite dalle infezioni addominali (20%), ematiche (15%) e urinarie (14%). Secondo i dati del National Nosocomial Infection Surveillance (NNIS) System, l’83% delle polmoniti nosocomiali è associato a ventilazione meccanica, il 97% delle infezioni urinarie è associato a catetere urinario e l’87% delle infezioni ematiche primarie a catetere venoso centrale (CVC).
La gamma di potenziali microrganismi responsabili di infezioni può essere molto ampia; inoltre, molte infezioni sono poli-microbiche. I microrganismi isolati variano non solo tra un Paese e l’altro, ma anche tra le UTI, in rapporto al sito dell’infezione, ai protocolli terapeutici, al case mix dei pazienti e ai ceppi resistenti circolanti, anche in conseguenza di misure di controllo delle infezioni messe in atto nelle diverse realtà.
Nell’ambito delle infezioni nosocomiali, particolare importanza hanno assunto quelle da microrganismi multiresistenti (MDR), per le quali la degenza in UTI costituisce uno dei principali fattori di rischio. Tra i patogeni MDR, i Gram positivi più frequentemente isolati sono MRSA e VRE, i Gram negativi Klebsiella, E.coli, P.mirabilis e Gram negativi non fermentanti come Acinetobacter, Pseudomonas e S.maltophila.
Le infezioni da batteri MDR tipicamente insorgono più tardivamente rispetto ai microrganismi della specie ma sensibili, eccetto che per Acinetobacter, e analogalmente il tasso di letalità è maggiore per le infezioni da MDR.
I programmi di controllo delle infezioni hanno ricadute significative sulla qualità delle cure offerte al paziente e la sorveglianza delle infezioni è parte integrante di ogni programma di controllo e prevenzione delle infezioni acquisite nel corso dell’assistenza. Numerosi studi hanno, infatti, dimostrato la riduzione della frequenza di infezioni in UTI dopo l’attivazione di sistemi di sorveglianza delle infezioni, unitamente a interventi mirati a migliorare l’efficacia delle misure di controllo adottate.
OBIETTIVI DEL PROGETTO DI RICERCA
1. Sorveglianza delle colonizzazioni ed infezioni in UTI
2. Identificazione delle esposizioni associate ad un aumento del rischio di infezione
3. Identificazione e valutazione dei pattern di antibiotico-resistenza
4. Studio dei determinanti genetici di resistenza in batteri MDR
5. Studio della clonalità con metodi di tipizzazione molecolare per stimare l’impatto della cross-trasmissione e fornire uno strumento di valutazione dell’efficacia delle misure di prevenzione e controllo adottate, in accordo con le linee guida internazionali più aggiornate
6. Migliorare l’efficacia della terapia antibiotica iniziale “empirica” consentendo l’adozione di opzioni terapeutiche basate sull’epidemiologia locale
7. Promuovere l’integrazione dell’azione di controllo delle infezioni in UTI con l’attività assistenziale nel suo complesso
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/12 → … |
Fingerprint
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