Mutamenti e permanenze delle forme dell'architettura tradizionale in Africa Nord Occidentale: l'esempio del Burkina Faso.

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Tra i Paesi in via di sviluppo l’Africa è quello più direttamente legato all’Europa e all’Italia da interdipendenze profonde e complesse. In tutto il continente africano, nel corso del secolo appena trascorso, modi di vita e culture tradizionali sono profondamente mutati nel confronto-scontro col mondo moderno. Le condizioni economiche, politiche e sociali si sono alterate con la costituzione, dapprima degli stati coloniali e poi di quelli indipendenti, di una società sempre più internazionalizzata. I governi coloniali pur non intendendo interferire con quella che definivano “cultura indigena”, sono stati causa di cambiamenti importanti soprattutto con due tipi di intervento: il primo, con l’alienazione di molte terre per le piantagioni o le miniere dei bianchi; il secondo, sviluppato ancor più nel periodo delle indipendenze nazionali, con la promozione di una politica, spesso attuata con la forza, di concentrazione ovvero raggruppamento delle piccole comunità in centri di dimensioni maggiori. Raggruppamenti di popolazioni interetnici e costruzione di nuovi villaggi dalle caratteristiche ben più standardizzate e anonime di qualsiasi tipo di insediamento precedente. L’abbandono delle forme di vita tradizionali, trova la propria origine nelle nuove condizioni urbane, in cui vive una percentuale sempre più alta di africani. Il 37,5% dei quasi 800 milioni di abitanti vive oggi in ambiente urbano. La modernizzazione dei materiali, i cambiamenti delle tecniche costruttive e dei rapporti sociali hanno fatto cambiare rapidamente le maniere di costruire e di abitare. I modi di abitare e le tecniche di costruzione tradizionali diventano distintivi di arretratezza, di emarginazione e di una precarietà che mancava all’habitat tradizionale, persino a quello dei più poveri. Ma se nei centri delle grandi città si costruisce alla maniera occidentale, l’habitat marginale urbano, terreno di transizione tra mondo rurale e mondo urbano, manifesta tutto il suo decadimento fisico. La costante imitazione dei modelli provenienti da altre culture ha comportato, oltre al disinteresse verso il contesto socioeconomico e culturale africano, anche l’uso di tecnologie e soluzioni costruttive non adatte e dai costi proibitivi. E’ così che le forme di insediamento autoctono scadono in qualità, quando da capanne diventano baracche, quando al legno, alle fibre naturali, alla terra cruda e al gesso si sostituiscono materiali di recupero e coperture in lamiera ondulata o lastre di fibro-cemento. La ricerca si propone di analizzare lo stato dell’arte dell’architettura tradizionale in ambito degli insediamenti rurali e gli effetti che su questa ha determinato il processo di modernizzazione dell’habitat, al fine di individuare ed elaborare linee guida per una transizione equilibrata dagli insediamenti “primitivi” delle culture tradizionali verso nuove forme dell’abitare.

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Le baracche precarie lungo le strade che conducono dagli aeroporti ai centri delle città fanno nascere in molti visitatori l’idea che le costruzioni spontanee della tradizione africana siano solo un prodotto di qualità scadente. La stessa considerazione si può fare per le capanne che si incontrano oggi lungo le strade principali di collegamento. L’impiego ed il perfezionamento di tipologie e materiali locali, pone un problema psicologico e politico riguardante la mentalità dei responsabili e della stessa popolazione che, attraverso l’impatto della colonizzazione, del neocolonialismo, dell’urbanizzazione, dell’industrializzazione e dell’ansia di recuperare il distacco tecnico e culturale, accettano e ripropongono in modo acritico i modelli occidentali, distruggendo i valori tradizionali e l’economia interna. Alcune culture locali sono scomparse o vanno scomparendo. In molti casi la grande mobilitazione familiare per l’autocostruzione, che permetteva la disponibilità di manodopera necessaria a costruire case col sistema del pisè, non è più possibile. La lamiera ondulata ha sostituito la paglia dei tetti, dove le risorse finanziare della gente l’hanno permesso. Obiettivo principale della ricerca è quello di contribuire alla valorizzazione del patrimonio tradizionale locale ed alla sua integrazione nel nuovo contesto architettonico, attraverso la promozione e l’impiego di tipologie e materiali locali ed il perfezionamento delle tecnologie ad essi applicate. Gli obiettivi a lungo termine sono: 1. garantire alle popolazioni una migliore qualità della vita, in particolare a coloro che vivono in condizioni precarie; 2. promuovere le caratteristiche di sostenibilità dei materiali da costruzione locali 3. contribuire allo sviluppo economico delle comunità locali attraverso il loro coinvolgimento nei processi produttivi e di realizzazione. La metodologia di intervento si può sintetizzare nei seguenti punti: 1. visita dei luoghi; 2. ricostruzione storica delle origini delle forme di convivenza e delle strutture dell’abitare presenti nei diversi contesti dell’area nord occidentale africana; 3. analisi delle individualità paesaggistiche e delle tradizioni insediative delle antiche comunità locali del Burkina Faso; 4. analisi delle situazioni storiche e attuali relative al contesto oggetto di studio; 5. individuazione delle risorse locali; 6. proposte di intervento mirato alle singole realtà locali.
StatoAttivo
Data di inizio/fine effettiva1/1/07 → …

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