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Il manuale istituzionale di Gaio - è stato detto - è il libro giuridico su cui ha studiato l'Europa. Non vi è dubbio, infatti, che l'opera, essendone stati i contenuti in massima parte riproposti nell Insitutiones giustinianee, ha costituito il punto di partenza della tradizione giuridica occidentale, fondandone la sistematica, le articolazioni del diritto privato, le nozioni e le categorie concettuali, la stessa grammatica giuridica su cui ancora oggi si regge il sapere giusprivatistico.
La ricerca in oggetto si propone, specificamente, di studiare il tema delle obbligazioni - un settore tra i più ricchi di riflessione e di soluzioni giurisprudenziali filtrate nella successiva tradizione giuridica, fino ai nostri giorni-, ma collegando il campo di indagine all'intera trattazione gaiana sulle res, e cioè sull'ampio scomparto al cui interno è collocata la trattazione sulle obligationes. Ci si propone di verificare se, come già emerso in una ricerca sul commentario IV, anche nei commentari II-III dell'opera siano rintracciabili un peculiare disegno compositivo e un peculiare 'taglio' alla base dei particolari contenuti dello scritto; di studiarne l'origine; e di valutare le implicazioni, che si profilano di grande rilievo, per l'utilizzazione/utilizzabilità dei contenuti stessi dell'opera in vista della ricostruzione di fondamentali istituiti e categorie del diritto privato romano (res, successio, contractus, delicta, ad esempio).
Layman's description
La ricerca in oggetto si propone principalmente di studiare, priam ancora che i contenuti, l'impianto sistematico e il taglio espositivo adottato nella trattazione delle Institutiones di Gaio in tema di obligationes. Si tratta di un tipo di indagine che ha già dato i suoi frutti nello studio del IV commentario delle stesse Institutiones in materia di actiones. La sua estensione, adesso, alla materia delle obligationes comporta un'indagine capillare sui commentari II e III, dedicati allo scomparto delle res, al cui interno è inserita, con peculòiare escogitazione sistematica, anche la trattazione delle obligationes (insime con i modi di acquisto della proprietà e con le successioni).
Più particolarmente, si tratta di verificare se anche con riguardo all'intero settore delle res sia rinvenibile quella prospettiva che, con riguardo alle actiones, ho indicato come strumental-cautelare; e di accertare se alla luce di siffatta angolazione, nonché, eventualmente, di una concomitante angolazione di tipo contenutistico, possano chiarirsi le non poche e non marginali peculiarità che si rinvengono nella complessiva trattazione, dalla presenza e assenza di diterminati argomenti agli specifici contenuti dei temi illustrati, talché la trattazione stessa, che appare senza dubbio a prima vista viziata da stranezze e da criticabili singolarità, possa apparire invece rispondente ad una precisa e coerente logica interna. Il che ha come notevolissima ricaduta la necessità di tener conto, nell'imprescindibile e fondamentale impiego delle notizie contenute nel manuale gaiano per la ricostruzione del diritto privato romano, della ragion d'essere del particolare contenuto di quelle notizie stesse: cosa che potrebbe - come già si intravede - condurre ad una riconsiderazione della ricostruzione di alcuni istituti giusprivatistici.
Ciò comporta anche interrogarsi sulle possibili radici di una tecnica di accorpamento di temi e di selezione di contenuti. Su questa linea, mi sembra che un terreno che meriti di essere esaminato è quello dei possibili collegamenti con programmi sistematizzanti realizzati o anche solo teorizzati in epoche precedenti. Penso, in particolare, alla dibattuta questione dell'esistenza di un modello istituzionale al quale Gaio avrebbe attinto, nonché alla questione dei possibili rapporti con l'ideale ciceroniano di 'ius civile in artem redigere'. Quest'ultima questione, a sua volta, implica uno studio della complessiva posizione teorica di Cicerone in relazione all'insegnamento e all'esercizio del ius, peraltro stimolato dalle accertate rispondenze tra alcune prese di posizioni ciceroniane e alcune affermazioni gaiane.
In definitiva, l'esame di un testo che, pure, costituisce il quotidicano strumento di lavoro per ricostruire il diritto privato romano classico sembra potersi immettere in orizzonti d'indagine ancora inesplorati e assai promettenti.
L’oggetto e gli obiettivi che la ricerca in questione si prefigge, in ragione delle molteplici connessioni tematiche accennate, si prestano ad esser affrontati con differenti metodologie ed approcci investigativi: dalla tradizionale critica esegetica e filologica del testo all’esame delle tecniche diairetiche utilizzate dal giurista, dallo studio interno degli istituti illustrati nella trattazione alla considerazione dell’impianto sistematico dell’opera e alla valorizzazione della formazione culturale di Gaio.
E’ agevole riconoscere nella ricchissima produzione storiografica che si è accumulata nel corso del Novecento che, il più delle volte, le diverse impostazioni metodologiche sono state utilizzate in modo unilaterale, con reciproca esclusione e non di rado con eccessiva rigidità: penso alle essaperazioni della critica interpolazionistica come pure, sul versante opposto, alle valutazioni integralmente conservative dei testi e solo interessate alla ricostruzione della cifra intellettuale dei giuristi.. Ritengo, invece, nec
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/07 → … |
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