Dettagli progetto
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Negli ultimi decenni la considerazione del ruolo dell’uomo come fattore della pedogenesi ha ricevuto grande attenzione da parte degli studiosi del suolo e delle problematiche ambientali. La diffusione delle attività industriali e degli insediamenti urbani, lo sviluppo delle infrastrutture e delle operazioni minerarie, l’introduzione di macchinari di notevole potenza e l’intensificazione dell’agricoltura ha prodotto considerevoli e profondi cambiamenti nelle coperture pedologiche di vaste aree.
Il progetto intende indagare sull’influenza che le attività antropiche hanno avuto e hanno sui processi di formazione/evoluzione del suolo e sui suoi rapporti con l’ambiente, sviluppando gli aspetti concernenti la migliore conoscenza e definizione dei suoli antropici, le metodologie di indagine ambientale integrata, il recupero e la valorizzazione di aree degradate per azione antropica.
Il progetto si compone di una fase di “start up” della durata di 4 mesi e di una di sviluppo e completamento di 20 mesi e prenderà in esame specifiche tipologie di suoli antropogenici riconosciuti e descritti dalla letteratura pedologica, e che mostrano problematiche connesse (in termini quasi sempre negativi) con lo specifico pedopaesaggio nel quale si sono formate e/o trasformate, sia in termini di funzionalità che di gestione. Peraltro, i suoli antropogenici propongono, di norma, anche particolari ed interessanti questioni di carattere tassonomico, non generalizzabili e, quindi, non immediatamente risolvibili, dal momento che ogni determinata tipologia di suolo antropico è la risultante di più attività, contestuali o differenziate, nel tempo e nello spazio.
Il progetto si inquadra nell’ambito delle attività umane che determinano a) cambiamenti delle tipologie pedologiche; b) profonde modificazioni del suolo; c) modificazioni dei pedo-paesaggi; d) cambiamenti del topsoil.
L’obiettivo specifico sarà di:
i) valutare la diffusione spazio-temporale di suoli antropici in aree campione della Sicilia;
ii) evidenziare differenze nei parametri di qualità fra suoli antropici e suoli naturali;
iii) definire i modelli genetici dei suoli antropici rilevati e formulare nuovi criteri tassonomici per la loro corretta allocazione all’interno dei più diffusi sistemi di classificazione;
iv) valutare le relazioni tra diffusione dei suoli antropici, pedodiversità e qualità ambientale;
v) valutare i rischi ambientali e paesaggistici derivanti da un non corretto rapporto uomo/suolo.
vi) proporre pratiche di gestione sostenibile nell'agricoltura su vasta scala.
In particolare il programma di lavoro si articolerà in 9 fasi:
1: Individuazione delle aree di studio. Si ritiene che le aree di studio, per essere significative, dovranno avere una superficie compresa fra 2000 e 4000 ettari.
2: Acquisizione del materiale utile sull’area di studio. Saranno acquisiti ed analizzati report di rilevamento, cartografie di base e tematiche di diverso tipo nonché studi economici e sociali e quant’altro che utilmente possa consentire di avere un quadro della evoluzione che, nel tempo, hanno subito le aree di studio.
3: Pianificazione del rilevamento. Questa fase consentirà di mettere a punto le metodologie di studio da utilizzare, ponendo particolare attenzione agli aspetti concernenti:
- la definizione delle proprietà funzionali dei suoli in chiave ambientale;
- la definizione delle metodologie di rilevamento e di studio dei suoli;
- la definizione delle determinazioni analitiche.
4: Rilevamento di campo. Negli areali prescelti e, sulla base dei risultati scaturiti dalle fasi precedenti, saranno organizzate attività di rilevamento basate su un approccio di tipo deterministico discontinuo.
5: Caratterizzazione morfo-descrittiva ed analitica. Nelle aree campione saranno investigati diversi profili di suoli antropici, se possibile in relazione a suoli naturali.
Sui campioni saranno effettuate analisi fis
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/12 → … |
Fingerprint
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