Dettagli progetto
Description
La normativa comunitaria, sin dai primi anni ‘80, si è occupata, in maniera sempre più consistente, di qualità dell’aria (direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE, 85/203/CEE, 96/62/CE, 99/30/CE, 00/69/CE, 2002/3/CE).
Negli ultimi anni si è sempre più sottolineata l’importanza di individuare indicatori di qualità dell’aria che permettano di informare e sensibilizzare decisori e opinione pubblica, di monitorare l’evoluzione nel tempo della qualità dell’aria, permettendo di confrontare aree (regioni, città, …) diverse.
Un indicatore di qualità dell’aria deve fornire una sintesi, nel tempo, nello spazio, e rispetto ad una serie di inquinanti, che risulti affidabile, facilmente comprensibile, flessibile per eventuali modifiche dell’insieme di inquinanti, e poi, soprattutto, adottato in modo standardizzato, dal maggior numero di comuni, regioni, stati (Shooter, Brimblecombe, 2007).
Il progetto punta pertanto a rivedere i sistemi in uso di classificazione della qualità dell’aria, per sviluppare dove necessario un approccio alla valutazione della qualità dell’aria statisticamente più valido.
Layman's description
L’obiettivo del progetto è quello di esaminare la costruzione e l’interpretazione di indicatori di qualità dell’aria.
In letteratura esistono due classi di indicatori di qualità dell’aria: gli “indicatori di qualità dell’aria” propriamente detti (AQI – Air Qualità Index) e gli “indicatori di stress dell’aria” (ASI – Air Stress Index). Mentre nel primo caso si fa riferimento a classi di pericolosità del livello di inquinante sulla salute umana, gli ASI sono basati su somme (o medie) della concentrazione degli inquinanti rispetto a specifici valori limite, unico riferimento ai possibili effetti sulla salute umana.
Gli indicatori di tipo ASI hanno il vantaggio di tener conto di tutti gli inquinanti monitorati, ma hanno il punto debole della funzione scelta per aggregare le informazioni relative ai vari inquinanti: non esiste in letteratura alcuna giustificazione all’uso della somma come funzione di aggregazione.
D’altro canto gli indicatori di tipo AQI risultano in genere basati sul livello di un solo inquinante, quello il cui valore ricade nella fascia più alta di pericolosità per l’uomo, ma non danno informazioni sul livello degli altri, che potrebbero pure trovarsi in classi critiche.
L’aggregazione di indici parziali, riferiti a singoli inquinanti, in un indice unico, non è sicuramente un operazione semplice, perché dovrebbero essere considerate anche possibili sinergie tra gli inquinanti (che una semplice somma/media riterrebbe nulle).
Il progetto punta pertanto a rivedere i sistemi in uso di classificazione della qualità dell’aria, per sviluppare dove necessario un approccio alla valutazione della qualità dell’aria statisticamente più valido.
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/07 → … |
Fingerprint
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