Il suppletivismo verbale proto-indoeuropeo in prospettiva tipologica

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Il suppletivismo, generalmente descritto nella letteratura scientifica come fenomeno di natura ora squisitamente morfologica ora essenzialmente lessicale, caratterizza la storia di lingue appartenenti a tutte le famiglie linguistiche e a tutte le aree geografiche del mondo. Per questa sua tendenza "universale", in anni recentissimi il suppletivismo ha suscitato un interesse profondo nell'ambito delle teorie linguistiche contemporanee, nonostante le annose questioni sulla possibilità di una definizione univoca del fenomeno. In particolare, il suppletivismo diventa tanto più interessante quanto più si inserisce come parametro di classificazione nell'ambito della tipologia linguistica. Letto in questa nuova prospettiva, lo studio del suppletivismo diventa fondamentale nella comprensione dei meccanismi di formazione dei paradigmi grammaticali. Più precisamente, se si integra la prospettiva tipologica sincronica classica con un approccio diacronico, il suppletivismo verbale assume un ruolo fondante nell'individuazione delle forme-base su cui si costruisce un paradigma verbale. Obiettivo del presente progetto di ricerca è quello di dimostrare come i dati della linguistica storica, segnatamente indoeuropeistica, possano contribuire in maniera del tutto innovativa all'analisi e alla spiegazione di tale fenomeno, tenendo conto delle caratteristiche tipologiche della protolingua di riferimento. Nonostante alcuni studiosi attribuiscano il suppletivismo verbale allo sviluppo monoglotto delle singole lingue indoeuropee, escludendo l'esistenza del fenomeno in una fase comune precedente, si tenterà al contrario di dimostrare come plausibile l'esistenza di un suppletivismo proto-indoeuropeo sulla base delle evidenze comparative. Le lingue oggetto di studio saranno le più attendibili nell'ambito della ricostruzione, ovvero il greco omerico e il sanscrito vedico, anche se non mancheranno riferimenti ad altre lingue indoeuropee, tra cui il latino. Interessante sarà scoprire come il fenomeno del suppletivismo, tradizionalmente considerato "irregolare" e quindi marginale all'interno del sistema-lingua, e proprio per questo trascurato da molte scuole di studiosi, si configuri invece come tappa indispensabile verso la costruzione di un paradigma verbale. I risvolti di tale progetto non saranno pertanto di natura esclusivamente linguistica-storica, ma anche e soprattutto di natura teorica, con importanti ricadute nell'ambito della ricostruzione dei processi di acquisizione del linguaggio nella mente del parlante. L'ipotesi di fondo prevede un'evoluzione graduale del processo suppletivo proto-indoeuropeo, secondo una direzionalità che procede dal lessico verso la grammatica. Evidenziando il ruolo delle opposizioni aspettuali lessicali, della frequenza e della rilevanza delle forme nell'ambito di un paradigma in formazione, la nozione di difettività tradizionalmente intesa come categoria binaria sarà rivisitata in termini di continuità e gradualità.

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Obiettivo della ricerca è l'analisi del suppletivismo tra diacronia e sincronia, al fine di comprendere, definire e spiegare la diffusione pervasiva di tale fenomeno nella maggior parte delle lingue del mondo. In particolare, scopo del progetto è innanzi tutto la dimostrazione dell'esistenza del fenomeno suppletivo nella proto-lingua indoeuropea, spiegandone le caratteristiche alla luce della prospettiva tipologica. Soltanto l'integrazione dei dati provenienti dall'analisi storica consente infatti di comprendere a fondo la natura del fenomeno verso una definizione univoca e condivisibile da parte di tutte le scuole linguistiche. Il presente progetto di ricerca mira soprattutto a dimostrare l'esistenza di una strettissima correlazione tra il suppletivismo verbale e la struttura morfologica di un paradigma grammaticale, che nella mente del parlante si configura diagrammaticamente a partire da un input di base costituito da forme lessicali. Le caratteristiche delle forme di base scelte dal parlante nella formazione di un paradigma rientrano appunto nei criteri di definizione delle forme cosiddette suppletive. Tali criteri definitori terranno conto principalmente di fattori quali la frequenza, la rilevanza semantica, la forza (e quindi l'autonomia) lessicale. In questo quadro diventa dunque necessario rivalutare e ridefinire il criterio della difettività, tradizionalmente ritenuta condizione necessaria nella formazione di un rapporto suppletivo, considerandola non più come una categoria binaria, ma inserendola piuttosto nello sfondo di una gradualità del fenomeno linguistico. Su tale sfondo si proverà quindi a ricostruire le tappe di un ipotetico percorso di evoluzione del suppletivismo in relazione al paradigma grammaticale emergente. Infine, obiettivo della ricerca sarà anche quello di individuare il parametro basico di riferimento durante il processo di formazione del fenomeno suppletivo nel sistema verbale della proto-lingua, verificando se e come tale parametro s'inserisca in modo coerente nelle gerarchie di rilevanza semantica delle categorie del verbo già codificate nella letteratura linguistica. Soltanto in questo modo sarà possibile dimostrare che il suppletivismo non costituisce un'area marginale di "irregolarità" all'interno di un sistema linguistico, ma segue piuttosto un percorso coerente nella mente del parlante tra lessico e grammatica. In considerazione degli obiettivi appena esposti, l'approccio metodologico utilizzato nel presente progetto prevede necessariamente l'integrazione di più modelli di analisi, provenienti da scuole linguistiche tradizionalmente distanti tra loro. Da una parte, il metodo storico-comparativo caratteristico dell'indirizzo glottologico classico prevederà l'applicazione di modelli di analisi tipologica sincronica, senza quindi trascurare il confronto con i dati relativi a lingue moderne e non necessariamente appartenenti alla famiglia indoeuropea; dall'altra, lo studio dell'evoluzione diacronica del fenomeno suppletivo sarà arricchito dai metodi e della linguistica cognitiva e di quella acquisizionale. Si procederà dunque a partire da un'analisi testuale delle più antiche fonti letterarie in ambito indoeuropeo, ovvero i poemi omerici in lingua greca e il Rig-Veda in sanscrito, mirando alla comparazione delle forme della struttura morfologica dei paradigmi verbali delle due lingue. In particolare, i parametri della comparazione terranno conto di fattori quali la frequenza delle forme (token-frequency e type-frequency), la loro rilevanza semantica a livello lessicale e in relazione alla categoria verbale, il loro grado di autonomia lessicale. L'individuazione di tali parametri consentirà pertanto una corretta applicazione delle più recenti tecniche di analisi in ambito acquisizionale.
StatoAttivo
Data di inizio/fine effettiva1/1/07 → …

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