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Sempre più, a livello politico e sociale, si va affermando l’idea che una società dovrebbe porsi il problema di eguagliare le 'opportunità' individuali e non necessariamente i 'risultati' raggiunti dagli individui. Tale linea di
tendenza è stata supportata dalla letteratura economica, nell’ambito della quale si evidenzia un significativo
cambiamento di attenzione dal problema della valutazione della 'disuguaglianza' (del reddito o di altre misure
di risultato) al problema della valutazione della 'disuguaglianza delle opportunità'. Da un punto di vista teorico,
recenti teorie di filosofia morale (Arneson, 1989, Cohen, 1989, Dworkin, 1981a,b, Fleurbaey, 2008, Fleurbaey
e Maniquet, 2010, Rawls, 1971, Roemer, 1998) hanno postulato l’ eguaglianza delle opportunità come il
concetto fondamentale della giustizia redistributiva. Tali contributi hanno originato una crescente letteratura
economica teorica ed empirica concernente l’effettiva valutazione della disuguaglianza delle opportunità.
Partendo dall’idea che i risultati degli individui dipendono sia da variabili per le quali i soggetti non dovrebbero
essere ritenuti responsabili (definite ‘circostanze’), sia da variabili che appartengono alla sfera della
responsabilità individuale (definite ‘impegno’), si sottolinea che le disuguaglianze inique sono quelle attribuibili
al primo gruppo di variabili, mentre la società potrebbe accettare le disuguaglianze dei risultati derivanti dalle
seconde. Quindi, politiche di compensazione ex-post fondate sul principio della disuguaglianza delle
opportunità saranno meno redistributive di quelle basate sul principio di disuguaglianza dei risultati, sia per
motivi di efficienza (come suggerito dalla letteratura sulla tassazione ottima) sia per motivi di equità (solo le
disuguaglianze nei risultati derivanti dalle circostanze dovrebbero essere compensate). Inoltre, il nuovo
approccio basato sull’idea di disuguaglianza delle opportunità rende chiaro il ruolo di interventi ex-ante volti a
ridurre i divari in termini di circostanze individuali attraverso, per esempio, il loro effetto sull’investimento in
capitale umano e la promozione e lo sviluppo del capitale sociale.
La valutazione della disuguaglianza delle opportunità è complessa. In generale, mentre le variabili risultato
(reddito, istruzione, salute ecc.) sono tipicamente osservabili, le opportunità non lo sono. Al fine di
implementare un intervento di politica economica in termini di disuguaglianza delle opportunità, è necessario
decidere come suddividere le variabili che influenzano i risultati individuali in circostanze ed impegno. A livello
metafisico, si può argomentare che tutte le variabili che influenzano i risultati sono da considerarsi circostanze.
Tuttavia, un certo grado di responsabilità individuale è un valore sociale riconosciuto. Quindi, la decisione sulle
fonti legittime ed illegittime di disuguaglianza dovrebbe basarsi su valori sociali ampiamente condivisi. Per
esempio, quando si considerano i risultati dei ragazzi in termini di istruzione, l'identificazione delle variabili che
misurano l’impegno dipende dalla definizione di “età della responsabilità” socialmente accettata.
Questo progetto di ricerca si propone di studiare tre importanti problemi economici in cui
l’analisi dell’eguaglianza delle opportunità è resa problematica, sia dal punto di vista teorico
che empirico, dalla presenza di eterogeneità non osservata nelle variabili che misurano lo
sforzo o le circostanze, e/o dalla natura discreta delle variabili che misurano il risultato. Tali
difficoltà rendono complesso lo studio dell’eguaglianza delle opportunità per mezzo di modelli
lineari e la sua misurazione attraverso le tradizionali misure di disuguaglianza.
Progetto A: La mobilità intergenerazionale. L'influenza che il contesto familiare ha sulla
capacità di un individuo di realizz
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/12 → … |
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