Dettagli progetto
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La recente attenzione del mondo scientifico per i boschi vetusti è dovuta, oltre che alla straordinaria biodiversità, alla presenza di numerose specie rare o minacciate di estinzione. Le foreste vetuste vengono caratterizzate come sistemi forestali che si sono sviluppati per un lungo periodo in assenza di rilevanti fenomeni di disturbo, naturale o di origine antropica. A causa delle limitate conoscenze nel bacino del Mediterraneo su questi ecosistemi si ritiene importante avviare programmi di ricerca riguardanti struttura, funzioni e biodiversità delle foreste vetuste, anche in relazione ai siti forestali gestiti con le normali pratiche selvicolturali. Alghe, briofite, funghi e licheni rappresentano la risorsa biologica meno conosciuta negli ecosistemi forestali pur essendo di fondamentale importanza il ruolo da essa svolto ai fini della loro conservazione e gestione, a scala locale e regionale. Suddetti organismi rappresentano infatti una componente essenziale di tali ecosistemi, occupando al loro interno differenti nicchie spaziali (alghe rizofitiche, metafitiche, perifitiche, ecc.) e trofiche (funghi saprotrofi, biotrofi, necrotrofi, licheni corticioli, liticoli, muscicoli, terricoli e briofite calcicole, mesoacidofile, acidofile, microtermiche, ecc.) a tutt'oggi poco studiate. Il progetto prenderà quindi in esame le differenze in termini di diversità vegetale e crittogamica, attraverso l'analisi di struttura, composizione e dinamica delle diverse comunità, tra foreste a diverso grado di vetustà in faggete appenniniche e dell'Italia meridionale Verrà presa in considerazione la diversità sistematica e funzionale e le implicazioni di carattere fisiologico legate alla vetustà delle piante nelle diverse fisionomie di faggeta identificate ed indagate. Inoltre verranno caratterizzate, dal punto di vista morfologico e fisiologico, eventuali specie caratteristiche, rare o di specifico interesse applicativo. Le ipotesi di lavoro da verificare sono: a) che le faggete vetuste abbiano una significativa maggiore ricchezza specifica, una differente composizione a livello di comunità e di struttura rispetto ad altre faggete di differente età dal punto di vista selvicolturale; b) l'esistenza di distinte vie successionali e di dinamiche stagionali tra le diverse componenti vegetali e crittogamiche; c) la definizione delle nicchie ecologiche e dei “reservoirs” occupati dalle crittogame, anche allo scopo di ottenere indicazioni circa le variabili ambientali ; d) l'esistenza di specie indicatrici di foreste vetuste di faggio (Forest continuity), definita per mezzo di metodi statistici, che possono essere suggerite come "specie segnale" per una rapida valutazione dell'importanza della conservazione delle foreste, e) la presenza di specie aliene/invasive ed il loro eventuale impatto. I risultati attesi potranno evidenziare in che modo le pratiche di gestione selvicolturale e l'uso del territorio determinano una differenziazione a livello ecologico e in che modo influenzano le comunità biotiche. Le conoscenze acquisite sulle caratteristiche e la dinamica delle foreste naturali permetteranno di sviluppare nuove pratiche e approcci alla gestione forestale compatibili con la conservazione della diversità biologica. Il progetto si propone inoltre di fornire nuove conoscenze sulla diversità vegetale e crittogamica al fine di evidenziare i possibili servizi forniti dagli ecosistemi naturali oggetto di studio e la possibilità di fornire le risposte ed i modelli che possano consentire alla comunità scientifica, agli enti gestori delle aree naturali e alle organizzazioni che si occupano di conservazione della biodiversità di attivare azioni che si basino su validi dati sperimentali. Verrà messo in evidenza anche il ruolo di piante, briofite, funghi, alghe e licheni ai fini della valutazione dello stato ecologico degli ambienti presi in esame.
Il progetto di ricerca proposto è la naturale evoluzione di un
Stato | Attivo |
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Data di inizio/fine effettiva | 1/1/12 → … |
Fingerprint
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