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Numerose evidenze sottolineano come l'adolescenza sia il periodo di maggiore sensibilità agli effetti di rinforzo dell'alcol e di vulnerabilità allo sviluppo della dipendenza da tale sostanza; inoltre è stimato che più precoce è il primo contatto, maggiore è il rischio di addiction. Studi epidemiologici indicano che negli ultimi anni è aumentato il consumo di alcool tra i giovani (14-20 anni), in particolare, secondo le modalità ormai consolidate del binge-drinking, con un progressivo aumento dei bevitori di birra e superalcolici soprattutto tra i teenagers. Differenze individuali relative a fattori genetici, biologici, sociali e culturali influenzano l'effetto di una sostanza sull'individuo ed il suo futuro uso; ciò vale anche per l'alcol. È infatti largamente riportato come fattori genetici possano contribuire, in concerto con elementi di ordine psicopatologico e fattori ambientali, ad aumentare la vulnerabilità allo sviluppo della dipendenza, modificando l'assetto funzionale nelle aree cerebrali coinvolte nella formulazione delle risposte adattative, nei circuiti della gratificazione, e nei sistemi che regolano il comportamento, i processi cognitivi e affettivi. In particolare, l'assunzione cronica di alcol può indurre specifiche alterazioni che riguardano la funzione e la morfologia del diencefalo, la struttura del lobo temporale, la corteccia frontale e il cervelletto. Le alterazioni neuropatologiche nelle strutture mesolimbiche e corticali determinano una riduzione delle funzioni cognitive e alterazioni nel controllo del comportamento motivato. Inoltre l'alcol, quando assunto in età adolescente, può agire criticamente modificando i circuiti della gratificazione e i sistemi adattativi, alterando in maniera permanente la neurotrasmissione. Tra i sistemi principalmente coinvolti particolare rilevanza assume l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (IIS): invero elevata o ridotta attività basale dell'asse sono associate ad un aumentato rischio di abuso, così come è stato riportato che in soggetti con storia familiare di alcolismo la funzionalità dell'asse IIS è sovraregolata. L'asse IIS può essere influenzata da stimoli stressogeni precoci, che dunque possono modulare le risposte adattative nei soggetti adolescenti. Una maggiore vulnerabilità all'ambiente potrebbe dunque costituire una delle cause predisponenti all'assunzione di alcol, strumento di auto-medicazione in grado di attenuare la suscettibilità allo stress, quando assunto cronicamente. I meccanismi neurobiologici che sottostanno al "rinforzo" da etanolo (ETOH) sono legati all'incremento del firing dei neuroni dopaminergici dell'area tegmentale ventrale (VTA) e al rilascio di dopamina nel nucleus accumbens (NAc) come conseguenza dell'inibizione del sistema GABA o della stimolazione degli oppiodi endogeni, che concorre allo sviluppo e al mantenimento della dipendenza da alcol. Recentemente numerosi studi hanno investigato il ruolo dell'ACD, primo metabolita dell'alcol, nel determinare alcuni degli effetti neurochimici e comportamentali indotti dall'alcol quali sedazione, induzione del sonno, e temporanea perdita della memoria. Evidenze sperimentali hanno messo in evidenza come l’ACD, prodotta a livello centrale ad opera dell'enzima catalasi, sia in grado di indurre conditioned-place-preference (CPP) e possieda proprietà di rinforzo attraverso l'aumento del firing dei neuroni dopaminergici nell'area VTA. L'uso di sostanze sequestranti acetaldeide invero mascherano alcuni degli effetti dell'etanolo. Questo gruppo di ricerca ha dimostrato come l'acetaldeide sia in grado di stimolare la liberazione di CRH dall'ipotalamo, mediando gli effetti dell'alcol, attività che viene inibita dalla contemporanea introduzione di inibitori della catalasi centrale o di agenti sequestranti l'acetaldeide. Nonostante il sistema nervoso negli adolescenti sia molto più vulnerabile agli effetti deleteri dell'alcol rispetto agli adulti, la suscettib
StatoAttivo
Data di inizio/fine effettiva1/1/12 → …

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