Abstract
Nell'articolo si affronta il tema del plurilinguismo letterario di Sciascia e ci si sofferma sulle sue scelte lessicali connesse alle parole dialettali “autoctone” (quelle parole che esistono solo nel siciliano o nei dialetti meridionali, senza corrispondenti formali o semantici nell’italiano). Le paroledialettali di Sciascia appaiono per lo più radicate nella specificità della cultura dialettale e materiale, quella dei campi e dei mestieri, sulla quale si fondava il vissuto dei siciliani edei racalmutesi, Una parte significativa del lessico dialettale di Sciascia ricorre, poi, anche negli autori “post-sciasciani” che come lui praticano il plurilinguismo letterario. Nel contributo ci si interroga se tale circolarità si fondi sulla legittimazione che può essere stata riconosciuta alle parole (o a una certa tipologia di parole) usate da un autore che tra i primi ha prodotto opere plurilingui. In ogni caso, in relazione al'elemento dialettale, le pagine di Sciascia rivelano aspetti importanti del mondo tradizionale e ci inducono a considerare come in esse sia possibile leggere l’esistenza di un rapporto profondo tra l’aspetto letterario e quello antropologico e, ancora, tra il primo e quello più propriamente etnodialettale. E, inoltre,le sue riflessioni sulla lingua (e il materiale dialettale che egli offre alla linguistica e alla lessicografia) non lo investono soltanto come scrittore, bensì come parlante, per di più dotato di una straordinaria (e riconosciuta) lealtà linguistica nei confronti del (suo) dialetto.
Original language | Italian |
---|---|
Pages (from-to) | 271-300 |
Number of pages | 30 |
Journal | IL GIANNONE |
Volume | 29-34 |
Publication status | Published - 2018 |