Project Details
Description
Il presente progetto di ricerca costituisce la fisiologica continuazione dei progetti finanziati rispettivamente nel 2004 (titolo: La normatività del diritto nell’era della costituzionalizzazione degli ordinamenti giuridici) e nel 2005 (titolo: Normatività del diritto e convenzionalismo giuridico). L’esito più significativo e riscontrabile delle ricerche degli anni precedenti è rappresentato da un testo monografico sul tema della normatività per il corso di Deontologia, critica e sociologia del diritto presso il Polo didattico di Trapani. Questo testo, arricchito dalla ricerca del 2006, confluirà in un volume monografico, che si prevede di pubblicare alla fine di quest’anno.
Il convenzionalismo giuridico è una spiegazione parzialmente originale dell’obbligo giuridico che è andata delineandosi negli ultimi tre decenni.
Dopo esserci occupati, nell’anno precedente, del convenzionalismo in generale, quest’anno l’obiettivo è quello di sviluppare una indagine approfondita sulla versione più forte e stringente di questa concezione dell’obbligo giuridico.
La tesi centrale del convenzionalismo in senso forte impone di individuare un collegamento necessario tra la capacità del diritto di risolvere problemi di coordinazione e l’esistenza di un obbligo “tutto considerato” di obbedienza alle prescrizioni giuridiche.
I termini della questione non sono affatto nuovi, ma appaiono come una versione aggiornata e corretta del positivismo giuridico ideologico.
L’obiettivo della ricerca è, più specificamente, quello di appurare se il convenzionalismo sia in grado di offrire una giustificazione plausibile della capacità del diritto di costituire una genuina ragione per l’azione. A tal fine una prospettiva convenzionalista deve impegnarsi a sostenere due tesi congiuntamente sufficienti.
La prima consiste nell’individuare la funzione principale del diritto nel risolvere problemi di interazione strategica. Questa tesi, tuttavia, da sola non consente di affermare che il diritto offra ragioni per l’azione genuine. Alcuni autori infatti condividono la tesi che il diritto consente di risolvere problemi di coordinazione in senso lato, ma negano che da ciò segue che esistono genuine ragioni giuridiche per l’azione.
La seconda tesi impone di individuare un collegamento necessario tra la capacità del diritto di risolvere problemi di coordinazione e l’esistenza di un obbligo “tutto considerato” di obbedienza alle prescrizioni giuridiche. In generale, l’esistenza di un obbligo giuridico genuino implica che un comportamento conforme a quanto prescritto da una norma giuridica venga considerato, per ciò stesso, giustificato. Il convenzionalismo giuridico può essere considerato una spiegazione dell’obbligo giuridico alternativa sia al “modello del bandito” sia al “modello della morale” a condizione di offrire una spiegazione convincente del perché il fatto che il diritto risolva problemi di coordinazione implichi un obbligo assoluto di obbedienza.
Layman's description
Gli obiettivi di questa ricerca collegati al presente finanziamento ex 60% sono parzialmente coincidenti con gli obiettivi già perseguiti con le ricerche 2004 e 2005 e sono i seguenti.
1) Consolidare un “gruppo di ricerca” in grado di sfruttare adeguatamente le sinergie tra le competenze degli studiosi. Per quanto nelle materie “umanistiche” sia raro che più persone concorrano ad una medesima ricerca, l’ambizione del Responsabile scientifico è proprio quella di perseguire questo obiettivo. A tal proposito vale la pena sottolineare che tutti gli studiosi coinvolti hanno effettivi interessi e competenze sul tema della ricerca e che le loro competenze sono diversificate. A titolo meramente esemplificativo, e prescindendo dalle competenze del responsabile che si possono evincere dalla bibliografia allegata, si rileva che il dott. Maniaci, dottore di ricerca in “filosofia analitica e teoria generale del diritto” presso l’Università statale di Milano, ha sviluppato una competenza sugli aspetti filosofico-generali della ricerca de quo e, in particolare, sulle teorie contemporanee della razionalità pratica; il dott. Cottone, dottorando presso il medesimo corso di dottorato frequentato dal dott. Maniaci, si occupa, in particolare del tema dell’interpretazione giuridica e dei mutamenti che la costituzionalizzazione ed il passaggio dallo stato di diritto allo stato costituzionale ha prodotto in relazione a questa tematica. Si fa presente che entrambi i collaboratori della ricerca hanno già prodotto, anche grazie alle ricerche finanziate negli anni precedenti, lavori scientifici di rilievo collegati al tema della presente ricerca.
2) A conclusione dell’anno di ricerca si spera di essere in grado di esitare, oltre ad un volume monografico del Responsabile, un volume con saggi dei tre partecipanti alla ricerca che, pur non aspirando ad essere una monografia “a più mani”, raccolga i frutti degli sforzi indicati al punto 1) e, dunque, presenti una sua organicità interna. La destinazione ideale di tale lavoro è la collana di Facoltà appena ricostituita.
In generale bisogna rilevare che tutti i partecipanti alla ricerca sono in un certo senso riconducibili alla tradizione di ricerca della filosofia del diritto di indirizzo analitico; questa tradizione di pensiero in Italia è stata introdotta, come è noto, da Norberto Bobbio e, poi, dai suoi allievi, tra i quali meritano di essere ricordati almeno Giovanni Tarello e Uberto Scarpelli. Merita altresì di essere ricordato, a questo proposito, che proprio il dottorato in Filosofia analitica e teoria generale della Statale di Milano – che è stato (o che attualmente è) frequentato da tutti i partecipanti alla ricerca – rappresenta il luogo di elezione per la formazione dei giusfilosofi analitici. Come è noto, una delle caratteristiche della filosofia analitica è la spiccata attenzione ai profili metodologici ed epistemologici e, dunque, si potrebbe dire, in breve, che il metodo, o le metodologie, della presente ricerca sono quelle peculiari della filosofia analitica. In particolare, verrà dedicata un’attenzione particolare alla dimensione metadiscorsiva, vale a dire all’analisi dei “discorsi” di giuristi, giusfilosofi, giuristi pratici (giudici, cioè) sul tema de quo. L’ambizione è quella di essere in grado, alla fine del percorso, di fornire una griglia di definizioni concettuali che siano depurate da incoerenze e/o confusioni concettuali. Questa aspirazione prevede, ovviamente, il passaggio attraverso diverse fasi, fasi che possono ricavarsi anche da una lettura del punto 2.1. In breve, la prima fase, prevede l’acquisizione e lo studio della letteratura rilevante sul tema ed anche, vista l’ambizione a fornire una analisi metagiurisprudenziale, della giurisprudenza rilevante, soprattutto quella della Corte costituzionale. I seminari mensili, coordinati dal Responsabile, avranno il compito di indivi
Status | Active |
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Effective start/end date | 1/1/06 → … |
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