La recitazione nel 19° secolo. La 'drammatica metodo italiano': la sua eredità e recezione in Europa e nel mondo.

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L’uso del complesso codice di segni convenzionali della ‘drammatica metodo Italiano’ che Anna Sica ha decifrato, analizzando i copioni dannunziani di Eleonora Duse, permette di recuperare nella sua interezza la recitazione della ‘drammatica’. Il metodo completamente sommerso e dimenticato costituiva la tecnica di recitazione che ha determinato estetiche e modelli teatrali in Italia e in Europa a partire dall’ultimo ventennio del 18° secolo. La recitazione della ’drammatica’ venne istituita da Luigi Riccoboni nel suo trattato ‘Dell’Arte rappresentativa’ (1728) per svecchiare e, in un certo senso, contrapporsi alla tradizionale recitazione all’Improvvisa dei comici. Ricaviamo la terminologia di ‘drammatica metodo italiano’ dai diari di scena degli stessi attori. Il metodo scompare dalle scene italiane sul finir del 19° secolo ma il suo canone continua a vivere per un altro ventennio sui palcoscenici italiani ed europei, e in modo particolare sul piccolo palcoscenico di Puskino che è stata la prima sede del celebre Teatro d’Arte diretto da Konstantin Stanislavskij. Con il recupero e la decifrazione dei segni convenzionali della ‘drammatica’ è possibile ricostruire ciò che fino ad ora si credeva irrimediabilmente perduto: sonorità e vocalità dei grandi attori italiani dell’ 800, cioè quello che più genericamente possiamo indicare come grammatica e sintassi teatrale. Il programma di ricerca mira al recupero della ‘drammatica metodo italiano’ per studiarne la recezione, la diffusione e le contaminazioni. E in modo particolare il programma di ricerca punta anche a verificare nella pratica artistica della recitazione l’applicazione del canone della ‘ drammatica’. S’intende infatti produrre in collaborazione con l’Accademia Teatrale di San Pietroburgo uno spettacolo teatrale recitato secondo l’antico canone declamatorio della ‘drammatica’, affidando così allo spettacolo la conservazione e la diffusione del codice ritrovato, oltre che agli ordinari sistemi di archiviazione digitale in uso ad oggi. Il programma di ricerca si avvale della partecipazione di studiosi interni all’ateneo di differenti aree disciplinari allo scopo di esplorare recezione, eredità e contaminazioni della’ drammatica’ nei loro specifici campi di ricerca. A tal fine, il progetto è condotto su cinque aree specifiche di indagine. 1. Nello specifico la dott.ssa Anna Sica completerà l’identificazione e la decifrazione dei segni convenzionali della ‘drammatica’, e lavorerà all’applicazione del metodo recuperando e analizzando la ‘recitazione segnata’ sui copioni degli attori italiani dell’800, con l’obiettivo di redigere un repertorio della ‘drammatica’ che spieghi anche l’origine e l’applicazione dei ‘segni convenzionali’ ricavati dai copioni degli attori. 2. Il professore Ivano Cavallini intende redigere un glossario storico ragionato degli imprestiti lessicali tra musica d’opera e ‘drammatica’, che permetta di descrivere le affinità e le discrasie di significato dovute al passaggio dal codice canoro a quello della recitazione o viceversa. La ricerca si propone di chiarire quali sono i lemmi che accomunano in modo ancor più pregnante l’opera e il teatro di parola. 3. Il professore Duccio Colombo, esplorando il dibattito sulla definizione del “metodo” realista socialista svoltosi nella prima metà degli anni Trenta, intende rivedere gli artefatti letterari e politici che in modi e forme diverse e indirette hanno ereditato dal sistema stanislavskiano le contaminazioni italiane della ‘drammatica’. E si prefigge di esplorare in che misura le vicende socio-politiche in Russia hanno mediato la recezione artistica e letteraria della ‘drammatica’. Il realismo socialista conterebbe, dunque, inconsapevolmente tracce della ‘drammatica italiana’ che fortemente ispirò il teatr
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